Bassista, coinvolto dalla seconda metà degli anni 90 in vari progetti (Perizona, Giuliodorme, Violante Placido) oggi Alessandro Gabini incide 12 canzoni con pseudonimo Gaben, mentre suona anche con Negative Trip e BarbaBlu. In questo nuovo ambito solista, trova spazio un indie rock stralunato ed ironico, cantato in italiano con testi in un certo senso sconclusionati, o meglio, come egli stesso spiega, che procedono per immagini e sensazioni. Molto interessanti le linee musicali, asciutte, essenziali ma coinvolgenti e dal discreto gusto pop, per certi versi non lontano da Dente, Q (Filippo Quaglia), Vittorio Cane, Bugo e i fantastici Intercity. L’aggiunta di un filo d’elettronica in casi comunque rarissimi, ed il morbido contributo di tastiera ad esempio nello strumentale ‘Remake’ rendono il disco più completo e vario, rispetto all’impianto elettrico chitarra, basso, batteria voce. Restano, dopo l’ascolto di quest’album, una serie di simpatiche immagini da ritornello, come lo shampoo all’uva, la paradisea e la tartaruga, la casa in fiamme, la ragazza hippie vegetariana, ma soprattutto i ritmi giusti per battere il piede.
Autore: Fausto Turi