Da New York, città artisticamente più viva che mai, i Golden Triangle ci passeranno davanti agli occhi, forse si forse no, come una meteora, destinata magari chissà a durare l’arco di una stagione, ma questo Double Jointer lo dobbiamo sicuramente, in ogni caso, segnalare come un disco di buon valore. Il motivo di un certo scetticismo, deriva dal fatto che già due fantastici gruppi molto molto simili, come i Be Your Own Pet e gli Yeah Yeah Yeahs, partendo anch’essi con dischi d’esordio di identica fattura, hanno poi sostanzialmente o fatto flop, o in ogni caso ripiegato su musica meno coraggiosa; ed esattamente come le due band succitate, anche i Golden Triangle, che prendono il nome da una parte geografica del sudest asiatico così denominato, suonano un instricabile miscela di garage ed indie rock aggressivo, rozzo ed entusiasmante, profondamente istintivo e affidato allo slancio emotivo, con un misto di divertimento e pericolo, in una parola: punk.
Sappiamo bene che punk e indie rock sono due cose profondamente diverse, per certi versi in antitesi, ma ci sentiamo di azzardare che il vero punk 2.0 passi da qui, dunque dal disordine mentale e dai ritmi spastici di un giovane sestetto (tre maschi tre femmine) che dà una regolata allo shit garage di Oh! Sees e al weird garage di Black Lips, e mette insieme 11 brani rock’n’roll pesanti, veloci e disordinati, tra cui spicca la martellante ‘Eyes to See’, la conclusiva ‘Arson Wells’, con vari quintali di feedback incorporati, infine le new wave song intitolate ‘Jinx’ e ‘Neon Noose’, in cui pare di sentire i ritmi dei Gang of Four e l’urlo inimitabile di Blondie. E si, perchè anche i Golden Triangle sono una band con voce femminile, quella di Alix Brown, laddove gli altri componenti sono Cameron Michel, Carly Rabalais, Vashti Windish, Jay Hough ed O.J. San Felipe. Malgrado la copertina del disco faccia pensare ad un disco progressive, psichedelico o new age, Double Jointer (titolo evidente omaggio alla marjiuana) è tra le cose più viscerali e ricreative uscite questo mese.
Autore: Fausto Turi