Dietro questo angosciante nickname si cela Nicola Manzan, one man band, che armato di drum machine, violino e chitarra ci porta a duecento all’ora tra hardcore e trash-metal nei meandri di b-movies e poliziotteschi italiani. Con questo progetto il Manzan, infatti, ha voluto omaggiare i film-documentario degli anni ’60 (i cosiddetti Mondo Movies). Manzan è così fedele a quella tipologia di opere che accompagna l’ascoltatore in un ipotetico viaggio tra culture e tematiche più o meno scabrose, a volte sottolineate da brani recitati. Questo lavoro ha una durata relativamente breve, poco meno di venticinque minuti, tra l’altro questa è la durata media degli album hardcore; ma è l’intensità, vi assicuro, che dà la sensazione che sia molto più lungo. Quando si giunge alla fine del cd si rimane scossi; un lavoro che è molto più di una catarsi, è un viaggio a 200 all’ora dentro una centrifuga verso le più recondite ed inquietanti perversioni umane espresse dalla violenza della musica che si placa soltanto a metà viaggio con l’interpretazione di “Blue song”, la traccia tratta dalla colonna sonora di “Milano trema” con un’orchestra d’archi suggestiva e romantica. Per fortuna che c’è questo intermezzo perché subito dopo si riparte con i riverberi ed i noises, con una bambina che si lamenta con la madre per la sua scimmia morta. “Bologna violenta” è sicuramente un lavoro non per tutti i gusti, ma coloro che lo acquisteranno non rimarranno indifferenti.
Autore: Vittorio Lannutti