Ripartono più o meno da dove li avevamo lasciati i Miranda, vale a dire dal terzo pezzo del precedente “Rectal exploration”, una “Monosexfiles” che accennava passi di punk-funk spastico. Hanno preso le mosse da lì – o forse no – i Miranda, nel momento in cui hanno optato per un uso quanto mai massiccio di sintetizzatori e campionatore, prima di gettarsi (e gettarci) tra i solchi del nuovo lavoro. E qui il trio si diverte a scompaginare ulteriormente le proprie coordinate sonore, già in partenza “scoordinate” come si addice ad un gruppo che fa del capriccio ritmico e dello sberleffo (auto)ironico un vero e proprio manifesto di libertà compositiva.
10 brani per 36 minuti da percorrere in lungo e in largo e pure di traverso, per un disco accattivante e disturbante al tempo stesso, …o almeno disturbante quel tanto che basta per far sì che niente risulti scontato, dall’electro-rock purulento di “Honk honk (the way we grew with comics)” ad una “Fury guys looking for a flat girl” consigliatissima a tutti gli orfani degli El Guapo, dalla dance stiracchiata di “…From the left side of my ass/head” ai singulti dub-noise di “Red hat block”, dai farfugliamenti no-wave di “I’m your Guido” agli scatti epilettici di “Got a camper in my head”.
Autore: Guido Gambacorta