Abbiamo spesso sottolineato come negli ultimi 15 anni sia ritornata sempre più orgogliosamente, dopo che negli anni 80 era entrata in crisi, la canzone d’autore italiana, popolare ma impegnata, che Paolo Conte e Piero Ciampi, tra gli altri, resero grande nel passato. Musica italianissima, poco o nulla aderente a modelli esteri.
E oltre ai nomi più conosciuti – Gianmaria Testa, Sergio Cammariere, Avion Travel e Vinicio Capossela – anche in ambito indipendente troviamo nomi interessanti: Virginiana Miller, Tetes de Bois ed Il Parto delle Nuvole Pesanti; e dal sottobosco viene invece la Piccola Banda Brigante, da Cesena, con le proprie canzoni di vita reale della periferia e della provincia profonda, storie proletarie che in un certo senso danno il polso della nostra società, o almeno di quello strato di cui si parla poco alla televisione.
La PBB, in una dimensione tra festival e pianobar, va ascoltata con attenzione, poichè molto sta nei testi delle canzoni, scritti da Giuseppe Scarnera, e queste 9 tracce, eseguite dal sestetto elettroacustico, non possono prescindere dalle parole. Inevitabilmente un po’ macchinosa la resa musicale di testi così decisamente narrativi, ricchi, laddove le composizioni e gli arrangiamenti non offrono soluzioni troppo originali, e troppo lavoro è affidato alla chitarra elettrica.
Nel gradevole clima indolente di canzoni che hanno i sapori, il calore ed i ritmi della nostra Italia, la PBB traccia bozzetti – Ciccillo il panettiere, o la ragazza dai riccioli neri che balla, ricordandoci tanto la protagonista di ‘Ultimo Amore’ di Capossela – fino a spingersi nell’impegno sociale e politico – la protesta popolare pacifica contro la base Nato di Vicenza, la tragedia del G8 di Genova 2001 – ed arriva come un pugno allo stomaco ‘Un Giorno in Stazione’, sulla strage di Bologna di Sabato 2 Agosto 1980, di cui ancora oggi non si conoscono i mandanti e tutti i coinvolgimenti di settori deviati dello Stato.
Nel complesso un lavoro positivo, seppure la PBB abbia bisogno di esplorare ritmi nuovi ed arrangiamenti più vari, per completarsi. Interessante la voce del cantante Antonio Brigante: tutt’altro che estesa, ma al contempo lirica e giocosa.
Autore: Fausto Turi