“Scadenza perfetta” è un concept album surreale che vede i torinesi Ossi Duri nella parte di coraggiosi ribelli armati di vecchi strumenti a corda per combattere contro Donato Caval, nuovo sindaco della ridente cittadina di Luogo Comune, caratterizzato da denti inguardabili (ehm, “a Caval Donato con si guarda in bocca”, giusto?) e da una vera e propria fissazione per la musica elettronica, al punto da dichiarare fuori legge ogni espressione musicale non prodotta esclusivamente da un computer. In realtà lo sviluppo narrativo dell’opera va seguito sfogliando il booklet, perché il cd è in larga parte strumentale e, come si può facilmente intuire, tutto eseguito senza far ricorso alcuno all’elettronica, con i cinque Ossi Duri divisi tra chitarra, microfono, basso, batteria, percussioni e tastiere, più un discreto numero di ospiti a dar man forte con fiati, voci e contrabbasso.
La giovane ma già esperta band è artefice di un jazz-rock multiforme, che lascia spazio sia a tradizionali acrobazie prog (“Wedding”) che a palpeggiamenti latini (“Song for Villa”), con momenti più ariosi (il blues liquido di “Sezione del Junko”) ed altri più incalzanti (la valida “B.U.M.”, condotta da un rampante basso funky). Istrionici (almeno nelle intenzioni) e tecnicamente impeccabili, gli Ossi Duri eseguono con notevole fluidità partiture ben assimilate ma non sempre originalissime (“Silvano Garré” ricalca ad esempio Elio e Le Storie Tese…), risultando a conti fatti meno iconoclasti di quanto la dichiarata discendenza da Frank Zappa lascerebbe intendere.
Autore: Guido Gambacorta