Il quartetto romano formato da Aure (batteria), Manuele (synth, piano) Blaze (voce, chitarra) ed Eddie (voce, basso) va ad infoltire la già numerosa pattuglia di band pop italiane attive nella capitale, molto spesso lanciate sul modello di Tiromancino, Negramaro o Tiziano Ferro. I Biorn, che esordiscono dopo un Ep autoprodotto del 2005 intitolato ‘Verso Nord’, aggiungono senz’altro del proprio, in termini di melodia e rifiniture elettroniche, ed una sottilissima vena post grunge, soprattutto nello stile vocale di Blaze – nella canzone ‘Spring‘ – che andrebbe di molto incoraggiata. Tuttavia il disco non decolla mai sul serio, rimanendo piuttosto su un piano di sicura eleganza, ma anche di scarsissima originalità e poco coraggio. Il singolo omonimo ‘Venere‘ è discreto, e soprattutto il videoclip, che sta girando su All music, piace, con quella mano sporca di sangue che appare all’improvviso, in una situazione apparentemente domestica e normale; e le canzoni ‘Gocce di Umore‘ e ‘Ogni Giorno‘ pure non sono male, ma non basta. La scrittura è incolore e dimessa lungo tutto il disco: ci può stare un lavoro totalmente sentimentale – del resto queste sono le corde migliori della band – ma nel caso, serve un linguaggio musicale più vario, e qui manca.
Autore: Fauto Turi