Ossessivo, oscuro, conturbante e viscerale, ecco a voi il debutto dei Mi Ami. Sette episodi che sembrano usciti dritti dritti dal periodo breve ed intenso della “No New York”, quando nella grande mela si masticava il post punk più oltranzista e rumorista, ma anche carichi di funk bianco dissonante di scuola Pop Group.
Mi Ami sono un trio, i cui 2/3, ovvero Daniel Martin Mc Cormick (voce e chitarra) e Jacob Long (basso), sono reduci dalla bella esperienza con i Black Eyes (su Dischord Records, ricordate?).
Il loro disco d’esordio contiene quasi quarantasette minuti di ipnotici intrecci ritmici, che costituiscono la base su cui esplodono urla caotiche e chitarre ultra-distorte alternate ad arpeggi dilatati. Ma è proprio la sezione ritmica il fulcro del sound di “Watersports”: basso e batteria (dietro i tamburi troviamo Damon Palermo) disegnano groove pulsanti e vivaci, si inoltrano tra primitivismi tribali, rarefazioni psichedeliche (il mood generale del disco alterna in maniera affascinante momenti di crudezza e violenza sonora a parentesi estatiche dal sapore “cosmico”), ritmi funky e movenze dub, costituendo la spina dorsale di tutti i brani.
Un bel lavoro, che cresce ascolto dopo ascolto. Da assaporare con calma per poter godere delle sue varie sfumature. Niente di incredibilmente originale o rivoluzionario, ma da non sottovalutare.
Autore: Daniele Lama