Trendy fino a ritrovarselo fotografato sulle riviste di moda, con i capelli sempre in ordine e lo sguardo malinconico, Jeremy Jay è un giovane cantautore che vive tra Los Angeles e Parigi. Il classico giovane fighetto con una faccia da schiaffi, per quanto mi riguarda.
A parte l’aspetto che dovrebbe farmelo odiare, bisogna ammettere che il suo nuovo disco si fa ascoltare con piacere. Con uno sguardo adorante rivolto verso il Bowie degli esordi, un certo gusto per il pop elegante e decadente à la Brian Ferry, e qualche rimando al cantautorato sbilenco di Jonathan Richman….
Niente per cui valga la pena strapparsi i capelli, intendiamoci, ma con almeno una manciata di brani davvero godibili. La ballad conclusiva “Where could we go tonight?”, ad esempio, tra gli episodi più evidentemente “Bowiani”, efficace nella sua semplice struttura chitarra acustica/elettrica e synth dal sapore vintage; la soffice “Winter Wonder” che ce lo mostra nelle vesti di un crooner d’altri tempi; la ruvida “We were there”, dal sapore vagamente post-punk; l’incalzante “Galop”, dal ritmo più sostenuto e funky; o la bella “In this lonely town”, in cui il nostro dandy azzecca un bel riff e una melodia davvero coinvolgente.
Con un po’ di ispirazione e qualche idea più originale, Jeremy potrebbe regalarci in futuro qualche bella sorpresa. Per ora possiamo tranquillamente dargli una sufficienza piena.
Autore: Daniele Lama