Fedeli al proprio nome, i Trail of Dead, in questo settimo disco ci mettono un tale sferragliamento, che dietro di sè lasciano ben poco di vivo. Gruppo indie rock texano, famoso per i propri live show assordanti, amatissimo dalla critica, dopo il clamoroso flop di vendite del disco del 2005 intitolato ‘Worlds Apart’ (ed il famoso 4 in pagella della rivista americana Pitchfork) che aveva profondamente amareggiato i due leader Conrad Keely e Jason Reece e messo in discussione la svolta relativamente melodica che la band stava prendendo, la ripartenza con ‘So Divided’ (2006) e soprattutto con questo nuovo ‘The Century of Self‘ è da vera e propria belva ferita, e a quanto pare raddrizza le cose anche col pubblico, perchè l’impatto sonoro, come dicevamo, è pesante ed efficace. Effettivamente le parti troppo melodiche delle loro canzoni di qualche anno fa erano insopportabili: rock piuttosto qualunquista e lunghe introduzioni al pianoforte, che portavano la durata dei pezzi intorno agli 8 minuti circa… troppo! E malgrado le 13 canzoni di quest’album abbiano anche momenti più tranquilli, cui la band evidentemente tiene troppo per rinunciarvi – il trittico centrale ‘Inland Sea’, ‘Luna Park’, ‘Pictures of an Only Child’, ben equilibrato – la maggior parte delle tracce, specie nella prima metà, si basa su ritmo veloce e percussione compatta, frutto di tre chitarre, basso, tasiera e batteria (dal vivo, beninteso, usano poi 2 batterie ed una quarta chitarra, tanto per stordire definitivamente il pubblico). Unico eccesso, la malinconia pianistica di ‘Insatiable One’, senz’altro superflua. Spesso paragonati agli Smashing Pumpkins, i Trail of Dead in effetti condividono con quel glorioso gruppo sia l’ambizione di mischiare rock duro e morbidezze pianistiche, sia il suono, in realtà ben prodotto, ai confini del metal, malgrado non sembri, ascoltando distrattamente, poichè le chitarre elettriche generano tanto feedback, echi, ed una sensazione di disordine sonoro tipo Jesus & Mary Chain; ma che Trail of Dead e Smashing Pumpkins siano gruppi prossimi al metal, in effetti, siamo veramente in pochi a sostenerlo, e immagino che non condividano i metallari, che difficilmente accetteranno queste band, nè i fan dei due gruppi, solitamente indie rocker.
Autore: Fausto Turi