Meno di 18 minuti, 5 canzoni: praticamente un Ep. Schegge, per la verità: schegge di talento intuibile, malgrado un lavoro così breve, per il momento, non permetta di dire una parola definitiva su questo artista americano esordiente; e già tra pochi giorni sarà nei negozi il suo album d’esordio intitolato ‘Heavy Ghost’, contenente 12 canzoni, tra cui il singolo ‘Pity Dance’, di cui a fondo pagina potete vedere l’inquitante videoclip, per la verità scopiazzato da quello di ‘Maailmanloppu’ di Eleanoora Rosenholm. Che poi le canzoni, in realtà, sono tre, poichè ‘Curtain Speech’ e ‘Hoarse Sorrows’ sono solo due brevi strumentali abbozzati al pianoforte, successioni di accordi semplici semplici, con echi e rumori ambient, per un risultato volutamente senza forma definita, da colonna sonora, a fare da interludio tra le tre canzoni vere. Che sono ‘Around the Lion Legs’, in apertura, costruita principalmente su voce, chitarra folk e piano, ma con inserti di clarinetto e sax, ed un clamoroso coro gospel in chiusura, veramente da brividi. Poi ‘Just Once’, un folk blues degno del migliore Antony, o del Will Oldham dei primi tempi, anche qui con voce ed arpeggi di chitarra acustica, ed un crescendo di suoni e rumori di contorno ben coordinati, nello stile di Animal Collective. E lo zampino di Sufjan Stevens, e di Shara Worden (My Brightest Diamond) amici e sostenitori di David Stith, che in questa canzone contribuiscono. Più voci sovraincise, come nei dischi di Matt Elliott, sul finale del pezzo ricreano anche qui l’effetto imponente del coro gospel, con un risultato suggestivo. Infine ‘Firebird’, canzone per voce ed acustica, meno originale del resto del disco: indolente cantilena folk. Non resta che attendere l’imminente ‘Heavy Ghost’, ora, per verificare il talento e la scrittura di David Stith fin dove possono arrivare senza ripetersi troppo. Un’osservazione: sembra che il cosiddetto new folk, che in questi anni ha dominato, si stia spingendo sempre più verso forme più dilatate, apocalittiche e destrutturate: valgano anche, ad esempio, i recenti lavori di Greg Weeks e Peter Broderick.
Autore: Fausto Turi