Reduce da un disco piuttosto deludente – quel “Ballate di terra & d’acqua” da noi recensito diverse settimane fa – Massimo Bubola torna alle pagine più alte del suo repertorio di scrittore, riarrangiando e reinterpretando undici delle ventuno canzoni composte a quattro mani con Fabrizio De André tra il 1977 ed il 1990. Si tratta di brani immortali – da “Rimini” a “Don Raffaè” passando per “Fiume Sand Creek” – resi tali dall’inconfondibile voce di De André, e così anche queste riletture di Bubola sono inevitabilmente destinate a subire l’impietoso paragone.
Musicalmente l’operazione lascia quindi il tempo che trova, ma rappresenta senza dubbio l’estremo tentativo di Bubola di riapporre la propria firma su brani che in pochissimi ricordano di attribuirgli (e per lui questo è sempre stato un grandissimo cruccio!) e vale pure come omaggio all’amico scomparso, a dieci anni esatti dalla sua morte prematura. Va in tale direzione la scelta di inserire in scaletta tre brani non scritti con Fabrizio De André – “Colline nere”, “Invincibili” e l’inedito “Dall’altra parte del vento” – ma a lui legati attraverso il solido filo di ricordi affettuosi.
Autore: Guido Gambacorta