Folk e non solo in questo brillante disco dei livornesi Carneìgra: tra le cose in repertorio una “Pazza e palese” stile Bandabardò ma pure meglio, una “Scusi mister” come fosse uno standard-jazz anni ’30, il furore da street band chicana per “Explico algunas cosas”, la filastrocca di – ehm – “Filastrocca”, i dialettalismi di “Cutolo”, il cantautorato impeccabile di “12 agosto 1944”…
Il sestetto toscano può vantare un ottimo livello di scrittura sia a livello strumentale (in organico sassofono, clarinetto, piano, batteria, contrabbasso, chitarra elettrica ed acustica), sia a livello lirico – vedi agli opposti l’intenso omaggio a “Giorgio Caproni” (“e a te / adesso alzo il bicchiere / a chi non potrò mai sapere / a chi / già parlò a nome mio / del suicidio di dio”) ed il romanticismo surreale de “La nave” (“saltan le acciughe / per farsi notare / stridono i denti / e poi vanno via”) – dimostrandosi convincente persino quando abbandona l’italiano per il francese (“Il ètait”).
In un carnascialesco girotondo musicale, non faccio fatica ad immaginarmi i Carneìgra abbracciati ai Mariposa e a Vinicio Capossela.
Autore: Guido Gambacorta