Sopra la media delle tante band compagne d’etichetta – i gruppi folk rock della Sub Pop sono tanti, e cominciano a somigliarsi un po’ troppo tra loro… – i Blitzen Trapper, con questo ‘Furr’, si smarcano dunque per la qualità delle canzoni, che è alta, malgrado un paio di brani riempitivi ci siano, qui.
Il sestetto della costa Ovest americana, precisamente di Portland, dopo tre album approda all’etichetta californiana Sub Pop, che dunque deve aver drizzato le antenne, dopo il successo del loro precedente autoprodotto ‘Wild Mountain Nation’ del 2007, scritturandoli. E questo nuovo album è sullo stesso livello del precedente, con in più un ricorso al pianoforte che in almeno tre-quattro canzoni diviene strumento centrale. Grande sicurezza in fase di composizione ed esecuzione – la band lavora in un proprio studio d’incisione, con calma e dedizione – e discreta varietà di soluzioni, nel rispetto ad ogni modo della forma folk rock tanto inflazionata in questi ultimi tre anni. Le 13 canzoni del disco offrono elettricità e ballate indie rock cazzute, sulla scia di altri gruppi Sub Pop: Band of Horses, Rogue Wave e Wolf Parade, dimostrandosi però complessivamente superiore ai primi due, cedendo ovviamente al confronto coi terzi, ancor più talentuosi, almeno per ora.
Buon disco davvero, questo ‘Furr’, che alterna rock americano stile Tom Petty – ‘Gold for Bread’, o la splendida ‘Black River Killer’ – a folk rock anni 60-70, tra The Band – ‘Saturday Nite’ – ed il sorprendente impatto elettrico Dylan/Beatles dell’opening ‘Sleepytime in the Western World’.
Poi, specialmente nella seconda metà, l’album prende una interessante piega pop, con un rock’n’roll stile il Lennon solista anni 70, intitolato ‘Love U’, ed una serie di pezzi acustici ben riusciti, specialmente al pianoforte (‘Not Your Lover’ ed il medley ‘Echo/Always On/EZ Con’), o alla chitarra acustica (‘Stolen Shoes & a Rifle’ e l’omonima ‘Furr’).
Autore: Fausto Turi