È vero la loro formula musicale sarà sempre la stessa, non per questo non affascinante, con la loro irruenza punk, in perfetto stile clashiano, con tanti ottimi additivi ska, grazie alla splendida sezione fiati, ma di queste canzoni in questo fottuto mondo oppresso dalla dittatura globale del liberismo, c’è bisogno come dell’ossigeno. Il combo romano non si è mai lasciato affascinare dal capitale, ma è sempre stato coerente con i suoi ideali, che lo hanno ben ripagato, dato che, creando una sostanziosa rete di contatti internazionali, hanno potuto portare le loro canzoni in giro per il mondo. Nel libretto di questo cd, infatti, vengono riportate foto dello
scorso tour in giro per l’Europa e per l’America Latina, dove hanno avuto l’onore di essere stati ospiti del popolo più civile della terra: gli zapatisti del Chiapas messicano. La Banda Bassotti è una delle rare, dunque ancor più preziose, esperienze di coerenza di ideali, grazie alla quale si ottengono dei buoni se non ottimi risultati. Andando alle quattordici canzoni che compongono questo loro ultimo lavoro, gli ex carpentieri romani vanno contro corrente rispetto alla marmaglia italiota, quando in “Cuore malato” con il loro combat punk tendono tutte e due le mani ai migranti che vengono sfruttati e maltrattati dal ‘razzismo di stato’. Un testo che dovrebbe essere usato come introduzione nella materia di educazione civica che la ministra Gemini vuole reintrodurre nelle nostre scuole. Questo brano fa il paio con “Coprifuoco in città” gran testo sullo stato d’emergenza creato ad arte dai nostri governanti e da chi dovrebbe far loro opposizione. La BB non nasconde la voglia di lotta permanente in “Pow pow” e nonostante i liberisti stiano cercando di negare le enormi differenze sociali che sono presenti nel nostro Paese i nostri ricordano che c¹è chi è figlio di ministro e chi è figlio di operaio, chi bacia le mani dei cardinali e chi è figlio di banchieri in, appunto “Figli diS“. Tre sono le canzoni cantate in spagnolo, tra cui “El hijo del pueblo” di Jimenez e “Viento nuevo” che esalta la nuova ondata di sinistra da cui è stata travolta l’America Latina, con la speranza che si diffonda anche nel resto di quel continente.
Inaspettata ed affascinante la ballata acustica e mazzata, in salsa primi Tetois de Bois, “Avviso ai naviganti”, posta in conclusione, poetica e malinconica. In conclusione faccio una preghiera, laica, a chi fosse interessato a questo disco, non scaricatelo, ma compratelo, perché è giusto finanziare queste esperienze, se vogliamo che vadano avanti, dato che dietro di loro non c’è nessuna multinazionale.
Autore: Vittorio Lannutti