Chi si ricorda i Jacobites, gli ultimi romantici del rock’n’roll che giocavano a fare i Jagger/Richards degli anni ’80 regalandoci album di assoluta bellezza? Chi li ricorda sa che Dave Kusworth era la metà di quella coppia perfetta. L’altra, l’ineffabile Nikki Sudden è volato in cielo due anni or sono.
Anche se le strade artistiche dei due musicisti si erano divise da tempo (ma a volte tornavano a incrociarsi), entrambi continuavano a perseguire il loro sogno rock’n’roll. Cosa che ancora oggi fa Dave Kusworth con il suo gruppo con cui ha firmato un nuovo album, “The Brink”, per la Easy Action. Un’etichetta che ha sposato appieno la causa di quest’ultimo r’n’r soldier al punto da licenziare un’edizione “deluxe” in doppio Cd (il secondo contiene outtake, demo e versioni alternative).
“The Brink” rappresenta la quintessenza del rock per come l’intende Dave Kusworth: musica per il corpo e per la mente, in grado di eccitare i sensi e di ammorbidire il cuore. La colonna sonora di una vita vissuta senza compromessi, sempre con una canzone in più da scrivere e un palco su cui suonare. Era questo il credo dei Jacobites vent’anni e più or sono. E questo continua a essere il suo, oggi. A costo di sembrare retrò o demodè. Ma poco importa a un “fuorilegge” del r’n’r come Dave che, coadiuvato da un manipolo di amici, imbraccia la sei corde e ci regala una manciata di canzoni senza tempo. Canzoni fiere e ispirate. A partire dalla splendida “For All The Perfect People” che apre il disco. Un pezzo autunnale, malinconico, cui segue la bella “Sherry High” che svela le influenze più marcate del Nostro: il rock anni ’70, via Rolling Stones/Faces. E’ poi la volta della title-track, l’ennesima love-song firmata da Kusworth, perfetto episodio elettroacustico. Mentre la ballata “Running After You” è il classico brano spezzacuori. Ma in “The Brink” non mancano le unghiate graffianti come “Someone’s Else Shoes”, il ringhio grintoso di “Chainsmoking” o “Still Waiting For You” con tanto di riff e assolo stonesiani.
Chi già conosce Dave Kusworth sa cosa attendersi da un album come questo. E lo acquisterà a scatola chiusa, essendo una delle sue prove più ispirate. Per tutti gli altri vale solo un’avvertenza: avvicinatevi a “The Brink” solo se amate il rock’n’roll romantico e maledetto, suonato con passione. Inevitabilmente e fieramente “out of time”.
Autore: Roberto Calabrò