Sono di Athens, Georgia, come i R.e.m. Ma col gruppo di Stipe e soci (con cui pure hanno diviso il palco, qualche volta) hanno ben poco da spartire in termini di popolarità e – diciamolo – classe. Facevano parte del glorioso collettivo Elephant 6, ma la loro creatività non è (mai stata) comparabile a quella di altre band di quella ‘combriccola’, come i geniali Neutral Milk Hotel ed Olivia Tremor Control. Insomma: gli Elf Power sono una di quelle decine di realtà indie-rock americane che probabilmente non conosceranno mai un successo di massa, ma che continuano – con perseveranza ed onestà intellettuale – a pubblicare dischi di qualità perlomeno dignitosa, ritagliandosi negli anni (circa tredici, in questo caso) un capitoletto nella storia del rock indipendente made in U.S.A.
“In a cave”, nono album della band, è un’onesta quanto non propriamente indispensabile raccolta di brani che mescolano folk spolverato con un po’ di psichedelia, pop distorto in salsa lo-fi, fugaci accenni di sperimentazione rumoristica e melodie un po’ sciatte. Le canzoni scivolano via senza scosse e senza procurare emozioni indimenticabili, purtroppo. Personalmente, neanche dopo ripetuti ascolti sono riuscito a trovare dei validi motivi per cui dovreste sborsare dei soldi per portarvi questo disco a casa.
Autore: Daniele Lama