Malgrado si parli molto, in questi ultimi due anni, soprattutto del lento ed oscuro drone metal di Earth, Neurosis e Sunn o))), bisogna dire che dopo il tramonto del nu metal c’è in atto anche una forte rivalutazione del vecchio trash anni 80 in chiave epica, ed i texani Sword – che esordirono nel 2006 ed oggi ritornano con un secondo lavoro che, nei testi, attinge da letteratura e fumetti fantasy – sono la band che s’è guadagnata più considerazione, in giro, grazie anche ad un’infinita serie di concerti, che li porterà nel nostro Paese il 22 Luglio 2008, a Bologna, ad aprire per Down e Metallica, in una serata che farà probabilmente saltare per aria tutta la Pianura Padana.
Quando li intervistammo in occasione del disco d’esordio [leggi l’intervista (2006)], giungemmo – d’intesa con il leader del gruppo, JD Cronise – a definire la loro musica Southern-Tolkien-Rock, scherzarando parecchio su questa grottesca dicitura, e le cose non cambiano, oggi; ‘Gods of the Earth’ è un album leggermente più articolato del precedente ‘Age of Winters’, che vantava un impatto trash ancor più compresso e stordente, e tuttavia niente equivoci: il suono resta acido e ribassato, monolitico, squadrato e ben lavorato con due chitarre, basso e batteria, sulla scia dei vecchi Megadeth. Ritmi forsennati, meno parti cantate rispetto al passato, su composizioni che contengono una dissimulata tendenza al prog metal tipo certe cose degli Iron Maiden, o dei Fates Warning, ma senza tastiere e con un suono più estremo.
Autore: Fausto Turi