Nuovo disco per i Vegetable G – il terzo dopo “A perfect spring” del 2003 ed “Epic mono” del 2005, entrambi su Minus Habens – questa volta tutto scritto, prodotto e pubblicato in casa che l’etichetta Olivia Records è diretta emanazione dell’attività del gruppo.
Primi sei minuti buoni giusto per scaldare gli strumenti – una “The cox man” sintonizzata su frequenze Beatles/Beach Boys, una title-track sfarfallante e zuccherosa – e poi il trio guidato da Giorgio Spada prende decisamente il via, allestendo il proprio luna park colorato di invenzioni/citazioni che attraversano obliquamente quarant’anni di storia della musica, dal pop più classico all’indie-rock più scanzonato, dalla psichedelia alla musica lounge, dal post-punk all’elettronica lo-fi: ecco qua il piglio malandrino di “Go wild”, i fremiti di basso che lanciano in orbita il ritornello di “Generating you”, il Syd Barrett in salsa popadelica di “God bless”, guizzanti linee di synth a tracciare i contorni di “Life”, una deliziosa “(May) be like god” tutta punteggiata di beats elettronici e scosse chitarristiche (Sparklehorse più Notwist?), ed ancora un violino inaspettato che sorvola la trama leggiadra di “Run”, le pose new wave di “Complicity”, la melodia sussurrata di “Us” ad introdurre l’epilogo strumentale di “The end of us”.
Si arriva soddisfatti alla fine della corsa e si vorrebbe ripartire subito per un altro giro di giostra in compagnia dei Vegetable G!
Autore: Guido Gambacorta