Con calma, come la loro musica, gli Edwood pubblicano il loro secondo lavoro, a tre anni di distanza dall’ottimo esordio “Like a movement” edito da Fosbury records. Il gruppo che nel nome ha voluto omaggiare sia il peggior regista di tutti i tempi, Ed Wood, sia il film omonimo di Tim Burton, procedono con grazia, avvolgendo l’ascoltatore con le loro ottime trame sonore dotate di un pop mai scontato, ma ben suonato e soprattutto ben arrangiato. I dodici brani di questo album sono, infatti, tutti ottimamente curati sin nei minimi particolari, nulla è lasciato al caso. Come i Canadians, gli Edwood hanno lavorato in maniera approfondita sugli arrangiamenti, in quanto devono aver capito che il loro genere, il pop-rock, è ormai inflazionato, ma se vogliono avere delle carte da giocarsi devono puntare sulla cura dei suoni, cosa che hanno fatto. In “Punk music during the sleep” (Ghost/Midfingers records) aleggia spesso il fantasma dei Cure più riflessivi e malinconici, dato che quest’ultimo sentimento è dominante in quasi tutte le tracce, in particolare in “Tender” e nell’evocativa “Bright”. Altra tassello importante è la convivenza complementare tra le chitarre elettro-acustiche e gli innesti elettronici. Un ottimo lavoro dunque, da apprezzare anche perché è stato fatto in controtendenza ai ritmi frenetici odierni, ma con la dovuta calma e saggezza.
Autore: Vittorio Lannutti