Un album che non poteva non uscire. E se per una serie di motivi non ci riesce nel 2001, anno in cui è stato registrato, lo fa nel 2007.
I Metric sono un quartetto proveniente dall’Ontario. Suonano alternative pop e flirtano con umori electro, new wave e trip hop. Synths, chitarre e la bella voce di Emily Haines a dipingere melodie perfette, in uno scenario dal discreto sapore underground.
La storia dei Metric vede il quartetto fallire in missione a Londra (2000), dove non trovano i riscontri che cercavano: pochi live, la fortuna non gira dalla propria parte e si fanno le valigie per casa. Il gruppo torna negli States e mette da parte il materiale che aveva realizzato per il debutto. E dopo un po’ di tempo realizza con la Restless Records l’esordio “Old World Underground“ (2003).
E quella manciata di ottime canzoni pop dal gusto metropolitano? Ci pensa la label canadese Last Gang Records che ne acquista i diritti e pubblica oggi “Grow Up And Blow Away”.
E bene hanno fatto, visto si tratta davvero un disco notevole, di impatto pop ma con un sound decisamente sofisticato, tra sintetizzatori, chitarre da New Order e un groove articolato. E poi le belle melodie a chiudere il cerchio: dal synthpop di “Soft Rock Star” al malinconico trip hop di “The Twist”, passando per l’easy listening da club di “Rock Me Now” e la facile presa di un potenziale singolo come “Eaw Sugar”.
La perfezione di “Hardwire” (miglior momento del disco) o della title track parla chiaro: un disco ben congeniato e arrangiato, ballabile, con un songwriting per nulla scontato, dove i suoni rivelano la perfetta alchimia che si era creata all’epoca.
Probabilmente alla Restless (ora acquistata dalla Rykodisk) si staranno mangiando le mani.
Autore: Stefano De Stefano