Se cercate un disco che vi faccia realmente rilassare ed entrare in una dimensione quasi contemplativa, alla larga dallo stress quotidiano che tutti ci attanaglia ormai inesorabilmente non potete non cercare questo debutto omonimo dei Six Twilights, il nuovo progetto sonoro e visivo di Aaron Gerber, già titolare dei A Weather, originari di Portland.
Le ammirabili intenzioni di Gerber sono già chiare dall’iniziale Still Talk, indolente ballata in cui la sua voce pare quella di un Syd Barrett del nuovo millennio. Stessi toni sperduti, stessa vaghezza atemporale espressiva! Il tema di “Still Talk” é poi ripreso da Gerber e la sua chitarra con ugual rarefatta intensità alla fine del disco in versione acustica.
In mezzo 8 brani che alternano unplugged (“I can’t even begin to tell you”, una folk-ballad Donovan-style e “Tonight i’m letting you drive”) ed elettronica o li fondono mirabilmente (“How you get to see the light move all day”), nei quali alla voce di Gerber si aggiungono quelle sussurrate e tenui di Liz Isenberg e Zoe Wright; voci che si rincorrono, si sovrappongono, dialogano in concentrata intimità nel contesto di un minimalismo armonico elettronico e tastieristico (piano e organo) di stampo ambient, creando una magnetica ipnosi mantrica.
Questo é quanto succede nella metafisica “Scarf-Bed”, e nelle oniriche “Oak Trees Like Stray Hairs”, The Way You Smile, “Full With Snow”, “Enclosed Piece Of Sky”: un ethereal open space, sperimentale ed affascinante dal quale é facile essere risucchiati. Il dvd accluso nel packaging é l’ideale visualizzazione della musica dei Six Twilights: una telecamera fissa colleziona una lunga serie di casuali immagini quotidiane urbane e naturali : l’uomo ne é bandito e tutte trasmettono una sorta di nostalgico abbandono, un senso vitale ieratico ed abitudinario. Un progetto decisamente coraggioso e proiettato in prospettive inedite.
Autore: Pasquale Boffoli