Quinto album per i friulani Tre Allegri Ragazzi Morti, band capace di produrre, oltre ad una corrente ritmica dall’andamento frizzante, un’ottima scrittura di testi, ironici e al tempo stesso enigmatici.
Come nell’open track Come ti chiami? con il quesito ripetuto all’infinito ma che non trova nessuna risposta concreta, quasi a voler celare una precisa identità, o per indurre chi ascolta a cercare una sostanza nascosta da un’anonima etichetta. A ruota segue Allegria senza fine, scherzosa allusione all’idiozia collettiva, al “non-pensiero” che attanaglia i nostri giorni. La seconda rivoluzione sessuale gode anche della piacevole intrusione rap di Flora Michal, abile nel portare una ventata dal sapore “old-school” ne L’impegno, altro brano degno di nota, soprattutto per l’avvicendamento d’eventi timbrico-ritmici all’interno dei suoi quattro minuti. La vena ispiratrice di Davide Toffolo, voce, chitarra e autore dei testi, nasce da accadimenti di vita comune, come in Lorenzo piedi grandi, dov’è sottilmente metaforizzata l’inconsapevolezza che accompagna ognuno di noi quando ci tuffiamo in nuove avventure.
Il disco si mantiene su un gradevole punk-pop-rock di spessore (La sorella di mio fratello) e divertente (La sindrome di Bangs), senza conoscere flessioni.
Toffolo e i suoi proseguono sulla retta via, portando avanti la loro originalità e camminando con lo sguardo fisso verso un futuro pieno di progetti e belle intenzioni.
Autore: Roberto Paviglianiti