Giusto vent’anni fa la scena garage-punk italiana si contendeva il primato con quelle statunitense e scandinava. Tra i nomi più importanti di quel movimento underground c’era un sestetto di Siena: i Pikes In Panic. Sinceramente ispirata tanto dal 60’s garage a stelle-e-strisce come dall’ondata beat e R&B della “British Invasion”, nel volgere di pochi anni la band toscana pubblicò l’ep “Chiavoni Day”, l’album “Keep It Cool & Dry” (Contempo, 1987) e prese parte ad alcune compilation, tra cui il secondo volume della seminale “Eighties Colours” edita dall’Electric Eye di Claudio Sorge.
Ma soprattutto i Pikes In Panic, assieme a formazioni quali Not Moving, Sick Rose, Pression X e, sul versante psichedelico, Liars, Birdman of Alkatraz e Magic Potion – incendiarono le notti underground in giro per l’Italia. Da soli o come supporto a nomi leggendari quali Prisoners e Lyres.
Oggi, a quattro lustri esatti da quell’esaltante avventura musicale, il nome dei Pikes In Panic torna a circolare grazie al prezioso lavoro di “archeologia sonora” della Graveddiger’s Records che pubblica l’opera omnia del sestetto senese in una ristampa finalmente degna di questo nome.
Con cura certosina Fabrizio Floris, boss dell’etichetta sarda, non ha solo raccolto tutte le prove discografiche dei Pikes In Panic, ma ha anche recuperato una ventina di eccitanti tracce live. E come se non bastasse, ha pure compilato un libretto di 16 pagine con tutti i testi, foto d’antan, note biografiche e ricordi personali. Un’operazione riuscitissima: “Right or wrong, they’re still the Captains” racchiude la storia di una delle più formidabili garage-band europee degli anni ’80. E se dal primo Cd, quello con la discografia ufficiale, emerge la magia di un sound tanto incisivo quanto sfaccettato (si ascoltino a mo’ d’esempio l’urticante “Summer Girl”, l’impattiva “Sunday love” ma anche la più ipnotica “She sang the blues” e la briosa “If she weren’t so beautiful I’d….”), il secondo contiene a stento l’energia traboccante passione di una band letteralmente esaltante dal vivo. 21 tracce di garage-punk dalle venature lisergiche in cui il peculiare sound dei Pikes In Panic si confonde con i “remakes” di classici dei Sixties (dai Sonics ai Count Five passando per Pretty Things e Downliner Sect) tanto cari alla band. Onore al merito alla Gravedigger’s Records per questo lavoro impeccabile. E soprattutto grazie ai sei Pikes In Panic (Michele Landi, Angelo Giallombardo, Lorenzo Carlucci, Marco Sammicheli, Luca Losi e Roberto Censi) per averci regalato una splendida pagina di garage-punk senza compromessi.
Autore: Roberto Calabro’