I ragazzi tristi ballano quando non c’è nessuno che li osserva. I ragazzi tristi si chiudono in una stanza con la chitarra acustica o con libri di poesie (magari quelle di García Lorca, da cui si può trarre pure una splendida canzone, come “La Legenda del tempo”). Prediligono la notte, l’oscurità. Preferiscono i sussurri alle urla.
Ora non so se Pepo Marquez, il ragazzo madrileno che si cela dietro la sigla The Secret Society, sia una persona triste. C’è da scommetterci, comunque, che da anni divora tonnellate di indie-rock-alt-folk anglosassone (tant’è che, con eccezione dell’episodio menzionato e di un’altra canzone, “De costa a costa”, predilige l’inglese per i suoi stesti) di quello piuttosto “crepuscolare” e tendenzialmente malinconico… Bonnie ‘Prince’ Billy, Red House Painters, Smog, Damien Jurado, Songs:Ohia: sono questi alcuni dei nomi che vengono in mente ascoltando il suo debutto sulla “lunga distanza” per i tipi di Acuarela. Riferimenti purtroppo fin troppo palesi, che rischiano di oscurare la genuinità di un album ricco di passione e di belle canzoni.
Canzoni minimali ma non povere, talvolta “sporcate” da tentazioni rock, più spesso acustiche, magari accarezzate da splendide, struggenti note di violoncello.
Musica per il lungo inverno.
Autore: Daniele Lama