Spesso gli album da solisti risultano essere vuoti esercizi stilistici o inutili vacanze artistiche, altre ancora lavori privi di contenuto o semplici imposizioni discografiche. Non è il caso, però, di “There To Here”, il primo album solista dell’ex-Fugazi (?) Joe Lally. Per questo disco, Joe ha deciso di proporre una serie di pezzi per basso e voce, con arrangiamenti semplici, coinvolgendo gli altri Fugazi (Guy Picciotto e Ian Mackaye) e amici-musicisti quali Amy Farina (The Evens), Jason Kourkounis (Hot Snakes), Jerry Busher (French Toast), Danny Frankel (KD Lang), Eddie Jenney (Rities of Spring, One Last Wish), Atonia Tricarico e il leggendario Scott “Wino” Weinrich. Registrato tra gli Inner Ear Studios e Dischord House dall’amico di ventura Ian Mackaye, There To Here presenta 13 tracce per un totale di 41 minuti di buona musica, in cui atmosfere notturne e rarefatte fanno riecheggiare i Morphine del compianto Mark Sandman e gli avanguardisti Slint, piuttosto che il post-hardcore dei suoi Fugazi. Un disco minimale, scarno nelle sue parti essenziali, ma non per questo povero di idee. Un lavoro onesto, piacevole da ascoltare, incentrato principalmente sul basso elettrico. Si parte con “Reason To Belive” per poi proseguire con la ruvida “The Resigned” e l’antimilitarista canzone a cappella “Sons And Daughter ” che fa da apripista per “Like A Baby”. Gli episodi più blues del disco sono “Lidia’s Song” e “Billards”, mentre “X-ray The Lullaby” e “Factory Warranty” quelli più delicati e jazzati. I brani più politici sono senza dubbio “Pick A War” e “Message From Earth” (con un fuck you conclusivo che la dice lunga), nei quali è il contenuto dei testi a catturare l’attenzione rispetto alle corpose linee di basso che Lally disegna. Chiudono il disco la cupa “Perforated Line” e “All Must Pay?” con la chitarra di Guy Picciotto in bella mostra sul finale, quasi a dire: ci sono anche se non mi avete notato!
Autore: Umberto Di Micco