Tra le più grandi formazioni venute alla ribalta negli ultimi anni, i BellRays non sono più una sorpresa. Dopo un decennio di “Maximum Rock’n’Soul” sappiamo tutti cosa aspettarci da Lisa Kekaula, Tony Fate e Bob Vennum: un mix di rock potente, dall’anima soul e con frequenti incursioni noise e free-jazz. Su disco però la formazione di Los Angeles non è mai riuscita a raggiungere la trascinante forza emotiva e la perfetta sintesi musicale che sprigiona dal vivo. E anche “Have A Little Faith” non fa eccezione. In questo nuovo lavoro, tuttavia, non mancano alcuni elementi di novità. A cominciare dall’ingresso del nuovo batterista Craig Waters e dal passaggio da Alternative Tentacles all’indie-label Cheap Lullaby. Mentre sul versante sonoro è evidente il tentativo di allargare il ventaglio di soluzioni musicali attraverso le diverse sfumature che colorano i tredici brani di questa nuova raccolta di canzoni. In “Have A Little Faith” i BellRays abbandonano in parte le asperità della loro formula sonora e puntano tutto su un songwriting ricercato, su un sound più pulito e, ovviamente, sulla splendida voce “black” di Lisa Kekaula.
Le sfumature, dicevamo: colpisce subito l’apparente calma che viene fuori da brani come l’accattivante “Tell The Lie”, dai profumi jazzati. O la lisergica “Time Is Gone”, con un chitarrismo visionario che rimanda direttamente alla West-Coast dei tardi anni ‘60. Per non parlare poi delle atmosfere soffuse ed esotiche di “Lost Disciples” e delle malie soul di “Everyday I Think of You”, “Third Time’s The Charm” e della title-track, la cui nuova versione mostra un arrangiamento quasi mainstream. Ma il quartetto di Riverside non dimentica la propria natura e fonde a temperature elevatissime il proprio sound: e così dalle pieghe più nascoste del disco fuoriesce il magma sonoro della dirompente “Detroit Breakdown”, dell’impattiva “Change The World” o della spigolosa “Maniac Blues”. Apparentemente frammentario “Have a Little Faith” è un disco che cresce sulla distanza, fotografando l’ennesima evoluzione sonora dei BellRays.
Autore: Roberto Calabrò