Parliamo di Nika Machaidze, il “savio folle”, ex compositore teatrale, divenuto ben degno dell’etichetta di elettronica underground che lo rappresenta, la Laboratory Instinct.
Elettronica, la sua, in un certo senso “estrema”.
Ebbene eccolo decidersi al ridimensionamento, governato nei confini di un album? Non è detto, benché in un contesto assai più comprensibile, a modo suo tenta un imprinting nell’ascoltatore, ripercorre attraverso questo sua creazione il filone di esperienze “sonore” passate, la formazione, le sue origini, in un universo elettronico non sempre consueto, di atmosfera, di visioni oniriche…è un ode alle origini dell’elettronica alle sue diverse forme.
Nika, originario della Georgia, eredita il sofisticato mondo dell’elettronica russa e la riversa nei racconti brevi della sua creazione, volutamente definita cyberpunk! Sedici tracce, sedici racconti brevi, componimenti sequenziali, in cui si passa da un livello all’altro seguendo il filone dell’ultimo anelito di suono precedente…l’evoluzione dell’album elargisce un certo magnetismo: impossibile smettere di ascoltare la successiva “sonata” e quella dopo ancora…piccole tracce , racconti a malapena sussurrati, complessi sistemi sonori saturi di sintetizzatori, rumorismi, suoni techno, ritmiche sincopate alternate da vuoti sonori, momenti di attesa prima della rinascita dell’ipertesto elettronico.
Risonanze di basi elettro pop tedesco non mancano…nei momenti più melodici pare ascoltare dei Lali Puna a zonzo in un universo malinconico. Le ballate fredde dei pluramon inzuppate, più che intrise, di trip hop alla Magnetic Fields.
L’ispirazione è presa anche dalle perle rumoristiche dei Russian Futurists , spesso inneggiati a mò di bandiera dallo stesso Nika, soprattutto in “ncq”, quarta traccia dell’album, dove i disturbi sonori preparano in realtà ad un ascolto ben preciso, ossia evolvono l’udito ad un diverso livello di lettura, di assorbimento, le armonie crescono e si delineano in successione fin quasi a “parlare” con lo spirito!
Più fonti di lettura, dunque , per un’ elettronica volta all’ambient, all’atmosfera per nulla “easy”.
I freddi mondi georgiani che si presentano da subito diventano materiale magmatico e soave, più suadente e solare. A mio avviso un album da ascoltare gestendo con cura i momenti ed i luoghi adatti, bellissimo.
Autore: Lorenza Ercolino