Songs and other things segna l’attesissimo ritorno di Tom Verlaine dopo ben 16 anni dall’ultimo disco cantato, The Wonder (l’ultima prova strumentale risale a 14 anni fa con Warm and Cool). L’aggettivo forse più indicato per questo album è “suadente” mentre quello meno indicato è “eclatante”. Del resto, l’intera produzione di questo straordinario artista (che è riuscito anche a fare tendenza negli anni ’70 con i Television) si caratterizza proprio come anti-eclatante, nel senso che Verlaine non va alla ricerca della melodia facile e del pezzo di gran riuscita, ma di atmosfere studiatissime, di vellutati riff di chitarra mai clamorosi, di un sound caratterizzato da grande pulizia, originalità ma senza sperimentazione a tutti i costi, e, soprattutto, grande stile personale.
Che sono le caratteristiche che i fan troveranno anche nel suo ultimo album, sin dall’esordio con al strumentale A parade in Littleton, vagamente funky, ben ritmata. Segue poi un classico blues, Heavenly charm, dove la voce in toni bassi dialoga con la chitarra riecheggiando in alcuni punti i falsetti di Jeff Buckley. Più tipicamente rock invece è Orbit, uno dei pezzi migliori del disco, e qui Verlaine gioca chiaramente a muoversi tra Lou Reed e David Byrne, ben sorretto da basso e batteria. Dopo Blue Light, ballata blues che sembra uscita direttamente da Berlin di Lou Reed, segue la veloce e allegra From her fingers, altro blues classico, e Nice Actress, altro capolavoro, con un’intro da Velvet Underground dei tempi migliori.
L’album regala ancora pezzi preziosi nelle track finali, da A stroll a Lovebird Asylum seeker, oltre a ballate classiche come The Earth is in the Sky o la splendida Peace Piece, sempre muovendosi tra post-punk, blues, funky, e qualche accenno country.
Certo, non è l’apice di una carriera peraltro troppo lunga e prestigiosa per poter toccare qui i suoi vertici, ma è sicuramente un prodotto di buon livello, una conferma di musica di grande qualità. E c’è in ogni passaggio di chitarra il peso della storia più che trentenne di questo personaggio che forse meriterebbe più fama di quanta egli stesso, personaggio silenzioso e “nascosto” non sia andato cercando in tutti questi anni.
Autore: Francesco Postiglione