I “Fine Before You Came” arrivano al terzo capitolo della loro storia discografica con l’album omonimo prodotto in collaborazione da Black Candy e L’amico immaginario e con la supervisione di Maurizio Borgna. Terzo capitolo di una saga post rock che si arricchisce in questo caso, oltre che di un packaging molto curato realizzato (diamo a Cesare quel che è di Cesare!) dalla Heartfelt, anche da un dvd a parte che contiene un corto che si lascia suggestionare dalla musica, diretto da Antonio Rovelli con la collaborazione del gruppo.
Ma andiamo con ordine. FBYC è una sorta di concept album, un libro che associa ogni canzone a un capitolo, come si vede sfogliando il libretto. Completamente cantato in inglese, l’album racconta solitudine e alienazione e lo fa sostenuto da melanconie post rock che si mescolano a ricordi new wave, inseguendo, anzi ispirato ai Cure anche nella voce del cantante. E così si passa dalla descrizione di una città notturna, con le luci dei palazzi accesi e fantasmi irrequieti (“A city”), a una nuova giornata che comincia (“A day”), un lavoro insopportabile (“Moving units”) e un rapporto difficile con la madre (“Mother, goodnight), poi tutt’a un tratto si diventa uomini (“The man feels manly”) e ci si innamora e ci si promette amore eterno (“A promise”) e inevitabilmente ci si ritrova soli, lei è sfuggita come sfugge l’acqua (Water); ma è veramente la fine? Sì, la (quasi) strumentale “This is the end”, infatti, chiude l’album.
Antonio Rovaldi, invece, è un film maker e, nel dvd (di una decina di minuti) che accompagna l’album, cerca di cogliere le sensazioni che le canzoni gli danno, in modo quasi onirico. E lo fa, in una prima parte, con una sequenza di fotogrammi di LA City (anticipata da una sequenza di pioggia), spezzoni di una città che si materializza in palazzoni popolari, quasi fossimo in una qualunque periferia di una città italiana, scarpe appese ad asciugare sui fili, con il vuoto sotto, a sottolineare la mancanza di terra sotto i piedi, tralicci, fino allo skyline di LA. Tutto condito, ovviamente, dal sottofondo dei FBYC. La seconda parte, a metà del dvd, è il secondo giorno e comincia la sovrimpressione di manichini e palazzoni, seguito dal movimento. La ripresa, infatti, è fatta da un’automobile in movimento su un autostrada e su un ponte e riprende in particolare la struttura in ferro. Poi c’è “Water”, con immagini d’oceano e la chiusura con un dito che scrive su un vetro appannato “I was fine”. Un ottimo companatico per quest’album che fa partire nel migliore dei modi il rock italiano 2006.
Autore: Francesco Raiola