Come ormai tutti ben sanno, in occasione del MEI 2005 la redazione di Freak Out affiancata da una giuria di addetti ai lavori, e tenuto anche conto delle preferenze espresse dai lettori del magazine, ha assegnato il premio Out Indies per la migliore etichetta alla Sub Pop, senz’altro meritevole di tale riconoscimento non solo per il suo illustre passato ma anche e soprattutto per il suo florido presente. Devo però confessarvi che tutte le mie simpatie e il mio voto “virtuale” sono andati alla Leaf, etichetta che come poche altre negli ultimi anni ha saputo esprimere novità significative in ambito elettronico giungendo a festeggiare nel 2005 appena concluso l’importante traguardo del decimo anno di attività. Tale ricorrenza è stata adeguatamente celebrata con la pubblicazione di “Check the water”, una doppia compilation riepilogativa dal costo assai contenuto.
Il primo dei due cd presenta brani del periodo 1995-2001: se il flusso downbeat di Boymerang e l’oscura drum’n’bass di Lunger non lasciano particolarmente il segno, le prime cose interessanti le fa sentire il progetto The Sons of Silence con un accattivante frullato di jazz, ritmi latini ed elettronica. Caribou fu Manitoba (qui troviamo “Tits & Ass: the great Canadian week end” dal mini “Give’r” del 2001), Four Tet (“Field”, primo pezzo in assoluto pubblicato da Kieran Hebden con il moniker Four Tet) e Susumu Yokota (“Morino Gakudan”) rappresentano delle certezze, mentre a voler essere un po’ pignoli si può considerare una pecca di questa prima parte il fatto che ben tre pezzi (“Pienso que” di Richard Thomas, “El mariachi loco (the siesta)” di A small good thing e “The rhythm! The message?” di Beige) fossero già stati inclusi in “Osmosis”, la compilation del 1999 con cui la Leaf ripercorreva i suoi primi passi.
Un piccolo neo lo segnalerei anche nella seconda parte della raccolta dedicata agli anni 2002-2005, là dove a far compagnia ai vari Murcof, Colleen, Efterklang, 310, Hanne Hukkelberg e Triosk si nota la mancanza del pirotecnico Asa Chang. Oltre ai nomi appena fatti, l’alta qualità del secondo cd è garantita pure dall’electro-pop degli Psapp (il cui cd “Tiger, my friend” è uscito su Leaf solo per il mercato nordamericano, su Arable Records per l’Europa), da un ottimo brano degli Icarus estratto dal loro album del 2003 “Misfits” e dalla felice sintesi glitch-jazz realizzata da Bill Wells insieme a Stefan Schneider, Annie Whitehead e Barbara Morgenstern. Curiosità infine per le anticipazioni sulle nuove uscite di Volcano! e Sutekh. E dopo questa gustosa carrellata, non resta che augurare lunga vita alla Leaf!
Autore: Guido Gambacorta