Parleremo dopo delle 12 attesissime canzoni contenute in questo quinto disco degli Old Time Relijun; una volta tanto iniziamo dalla fine: il file video di 6 minuti e 40 secondi contenuto nel CD. Si tratta di un estratto di un’esibizione del 2004 al centro sociale “Garibaldi” di Milano, nella quale si esibiscono Arrington De Dionyso alla chitarra, Aaron Hartman al contrabasso e la nuova misteriosa batterista Jamie Peterson (che rimpiazza Phil Elvrum), completamente zuppi di sudore, con gli sguardi folli, che eseguono una de-vas-tan-te versione di ‘Cold Water’ dal suono saturatissimo. Arrington in particolare è mezzo nudo e sembra un posseduto che subisce un esorcismo potentissimo dal quale uscirà redento oppure ammazzato, ma nel contempo salta su e giù, si contorce, si diverte da matti e suona la chitarra da dio senza perdere un colpo; in più canta come e meglio di Elvis. E’ una delle cose piu rock’n’roll che abbia mai visto e, manco a dirlo, già il videoclip (che ovviamente non credo vedremo mai su MTV…) vale l’acquisto del disco.
Ma perchè questo disco si chiama 2012, vi starete chiedendo? non sarà mica perchè Arrington, notoriamente figlio di un predicatore battista americano, crede che il 21 Dicembre proprio dell’anno 2012 ci sarà la fine del Mondo, e quindi è il caso di cominciare a parlarne? Beh… si, tra il e il serio faceto è proprio così.
Io credo che gli Old Time Relijun abbiano raggiunto, con gli anni, una maturazione artistica straordinaria, ed abbiano inoltre brillantemente risolto certi limiti tecnici che magari gli potevano impedire di attuare le loro folli idee quando, agli esordi, apparivano inconcreti; nei 39 minuti di ‘2012’ invece sembra di vedere Captain Beefheart ed i suoi compari, o i Pere Ubu degli anni d’oro, o anche James Brown, alle prese con funk e blues un po’ più destrutturato e moderno: vera pulp music come nell’ululante ‘Wolves and Wolverines’ dove Arrington si trasforma nell’uomo lupo al clarinetto, e nella “tomwaitsiana” ‘Burial Mound’.
Ma c’è spazio per infinite trovate: i due strumentali per scacciapensieri/contrabasso, le urla di ‘The King of Lost Light’ e il macello finale su due soli accordi ripetuti all’infinito di ‘Your Mama Used to Dance’, i 7 minuti di clarinetto/contrabasso della conclusiva ‘The Blood and the Milk’ (definiti da Arrington: “psichedelia battesimale”…), il cacofonico hard bop di ‘Los Angeles’, persino inattesi richiami ai Doors in ‘Her Fires Chill me’.
2012 è stato inciso nei Dub Narcotic Studios di Calvin Johnson ed è un disco inquietante, ansioso, superbo che smaschera il nuovo interesse per la psichedelia degli OTR, ma che mantiene intatta la loro aggressività funk. Procuratevelo al più presto, magari nella versione LP.
Autore: Fausto Turi