Tredici pezzi noise-blues strumentali frenetici ed avanguardistici, estenuanti ed apparentemente incoerenti nei continui cambi di ritmo, giocati su tempi dispari e pari sempre in evoluzione da battuta a battuta, il tutto eseguito con affiatamento e doti strumentali lodevoli in grado di giustificare paragoni con Mothers of Invention, Primus, John Zorn e Red Krayola.
Questo sono i Neo, trio di Terracina in giro da cinque anni con all’attivo due dischi autoprodotti più uno su Wallace rec. nel 2003 ed ora questa ‘Quinta Essenza della Mediocrità’ su fromSCRATCH che suscita interesse anche e soprattutto per una certa ironia delle traiettorie sonore che non sempre – diciamoci la verità – ritroviamo in questo genere di musica figlio delle nevrosi di seriosi strumentisti non sempre compresi fino in fondo quali Steve Albini, Robert Fripp o Captain Beefheart.
Il disco dura 45 minuti, e per gli amanti del genere sarà gradevole malgrado urgenza e frenesia ossessive in tutte le tracce stancano un po’, col rischio di rendere il lavoro molto simile ad un’unica folle suite noise della durata di tre quarti d’ora: sarebbe piuttosto interessante se il gruppo ricorresse – più spesso di quanto già fa – a rilassati ed ortodossi intermezzi jazz e blues, come nella splendida ‘An Unsane Blues for Unhappy Beast’; la scelta della formazione a tre chitarra/basso/batteria permette un’agilità di manovra strepitosa, potenziata inoltre dalla già citata intesa che c’è tra i nostri e dallo strepitoso lavoro al basso di Fabrizio Giovampietro: collante imprescindibile dei Neo e vero epigono di Les Claypool dei Primus, tuttavia quando in ‘Terrore Vigile’ si aggiunge al terzetto il sax tenore dell’ospite Luca Mai (degli Zu), i Neo raggiungono lo zenith: del resto come ci si può aspettare le possibili soluzioni sonore aumentano in modo esponenziale con l’apporto di un quarto strumento.
Il CD è confezionato in un digipack cartonato simpaticissimo e contiene una traccia video con un criptico cortometraggio alcolico nel quale il vino vince inevitabilmente sull’amicizia tra due ubriaconi.
Autore: Fausto Turi