Leggendo la biografia redatta dalla label di Brant Bjork, vengo colpito da una definizione che viene data del nostro uomo: desert boogieman! Wow, mai descrizione fu più azzeccata. Già all’età di tredici anni, il buon Brant bazzicava la scena musicale di Palm Desert in California, facendo comunella poi con personaggi del calibro di Josh Homme e John Garcia. Da lì a formare i Kyuss, il passo fu abbastanza breve. Da allora egli ha prestato i suoi servigi di sapiente batterista e polistrumentista in svariate band (Fu-Manchu, Fatso Jetson, De-Con, Che), oltre che partecipare alle mitiche “Desert Sessions” dell’amico Homme. Un curriculum vitae mica da ridere, ne converrete. Oltretutto, nel corso degli anni, Brant ha realizzato una cospicua serie di album solistici, a dimostrazione di una creatività musicale decisamente fervida. Adesso tocca a questo doppio
“Saved By Magic” illuminarci sulle sue ultime composizioni in compagnia di tali The Bros (per fortuna, nulla a che vedere col gruppazzo finto poppettaro inglese di qualche mio capello addietro).
Da quanto vi ho raccontato precedentemente, facile comprendere che il nostro è un innamorato perso del suono vintage. La classica triade basso/chitarra/batteria, diviene una simpatica scusa per maneggiare il vocabolario rock nelle sue forme più classiche (vi basta una cover di “Sunshine Of Your Love” dei Cream?). Qua e là emergono anche frammenti funk e blues che riportano alla mente sua maestà Jimi Hendrix. Così come le fughe lisergiche di brani quali “Paradise On Earth”o “Avenda De La Revoluciòn” (con parti recitate più che cantate) odorano di Doors. Cadere nel gioco dei rimandi con un album siffatto è sin troppo facile. Chi volesse provarci, troverà in ogni caso pane per i suoi denti. Io vi ho avvertito.
Autore: Luca M. Assante