Deve riporre molte speranze la Output recordings nel successo dei finlandesi Dead Combo: molti infatti sono gli sforzi promozionali messi in atto per questo esordio, compresa la realizzazione di un videoclip commissionato ad Abel Ferrara per il singolo ‘You Don’t Look so Good’. Ma il buon esito dell’operazione dipenderà anche, crediamo, da quanto duraturo si rivelerà l’interesse dei fans per l’intera scena dance-punk capitanata dai Rapture (di cui, così come di LCD Soundsystem, la Output ha pubblicato alcuni 12”), che in questi tempi tira molto e nella quale questa band aspira ad inserirsi.
Già dal nome pretenzioso e dalla copertina monolitica (una semplice scritta bianca su sfondo nero) i Dead Combo cercano di intrigarci; il pezzo d’apertura poi cita i Suicide, riproponendone il suono (quel suono… ricordate?: un sintetizzatore al collasso, talmente angosciante!) seppure su uno spartito pop semplice semplice; si susseguono poi staffilate electro-pop e psycho-billy adatte al nightclubbing underground (ma i Dead Combo hanno sostenuto alcuni mesi fa anche la prova del grande palco, con una comparsata al Benicassim Festival, prima di una tournèe in Gran Bretagna di spalla ai Black Rebel Motorcycle Club, con i quali hanno in effetti diverse affinità).
I modelli musicali ed estetici del gruppo sono le icone oscure dell’universo pop: Cramps, Marilyn Manson, ma anche i Depeche Mode e David Bowie (del quale propongono una cover di ‘Let’s Dance’), ma devo dire che a me hanno ricordato soprattutto i… Pankow, un gruppo italiano che 20 anni fa fu maestro nell’accostare chitarre e manopole, ma che all’epoca non fu capito granchè – almeno qui in Italia.
Certo è che quando si allontanano dal pop avventurandosi in sperimentazioni più complesse, i Dead Combo smascherano i loro limiti: è il caso della poco riuscita ‘Tech Out’ (sul genere Apollo 440…) ma soprattutto della conclusiva ‘2002’, la musica di Strauss (“Così Parlò Zarathustra”) che Stanley Kubrick utilizzò nelle scene iniziali di “2001 Odissea nello Spazio”, trasformata qui in un jingle da videogame. Un paio di passi falsi che rischiano di compromettere la qualità di questo debut album. Fortunatamente senza riuscirci. Cercate anche il 12” (e il /” in limited edition) di ‘You Don’t Look So Good’ se la voglia di vinile non vi si è mai sopita…
Autore: Fausto Turi