Non sappiamo quanto durerà ancora, ma è chiaro ormai che la febbre del rock’n’roll ha contagiato in pieno la Gran Bretagna. Prima che White Stripes e Strokes la invadessero, infatti, sembrava che il Regno Unito fosse ostaggio di un esercito di trentenni malinconici dediti al britpop o al new acoustic movement, nonchè di una stampa compiacente che li incoraggiava (e che anzi andava in Norvegia a pescare i Kings of Convenience).
Rimanevano così emarginati 30 anni di furori chitarristici dei quali i sudditi della regina Elisabetta devono invece andare orgogliosi, e proprio ascoltando gli Electric Shocks tornano alla mente tanti gruppi ribelli d’oltremanica del passato: Kinks e Buzzcocks in special modo, mentre guardando alla nuova scena li possiamo inquadrare come ideale anello di congiunzione tra Supergrass (per l’armamentario 60s utilizzato: chitarra fuzz, organo hammond, controcanti e coretti…) e Libertines (per quell’atteggiamento minaccioso, un po’ Stooges un po’ AC/DC, che ogni tanto emerge).
Il gruppo nasce nel 2002 ed è formato da 5 elementi; tra loro spicca al basso una ragazza molto carina che quando entrò nel gruppo pare non sapesse ancora suonare (tuttavia, ripeto, era molto carina…), un tastierista giapponese reclutato non tanto per le sue (per altro buonissime) qualità musicali quanto, confessano candidamente loro stessi, perché si offrì di disegnare gratis il logo della band; infine un vocalist (il fondatore e leader) che urla come il Rod Stewart di 30 anni fa ma che ha un aspetto malandato come quello attuale…
“Wild Dog Setting” contiene 12 tracce che non arrivano neanche mezz’ora (“crediamo nell’importanza della sintesi, nel rock: dal vivo riusciamo a suonare 10 canzoni in 20 minuti…”, dichiarano orgogliosi); il lavoro è prodotto e suonato in maniera impeccabile e fa ballare come ci si aspetta che il garage-rock faccia, ma poi, quando non te l’aspetti, colpisce anche durissimo (ne è valido esempio la malefica ‘Trouble Sun’, gioiellino di pura scuola detroitiana).
Anche ‘Find Me A Feeling’ ed ‘Our Way’ hanno un impatto che dal vivo promette sfaceli; va detto però che gli Electric Shocks non sembrano per il momento capaci, o probabilmente non sono per niente interessati, a realizzare singoli memorabili e di facile successo radiofonico, e questo senz’altro ce li rende simpatici ma… riusciranno poi ad imporsi nel music business attuale come hanno fatto persino i mediocri Jet – che malgrado un album scialbo hanno rubato quest’anno una notorietà planetaria grazie alla sola ‘Are You Gonna Be My Girl’?… Speriamo di si, perché gli Electric Shocks sono su ben altri standard qualitativi.
Autore: Fausto Turi