Passano gli anni, ma il quintetto newyorkese non perde la sua vena graffiante e spigolosa. Sempre fedeli a loro stessi e alle loro sonorità ora melodiche, ora noise e più spesso schizofreniche in “Sonic Nurse” i SY continuano con la formula espressa negli ultimi album, in particolare quelli dell’ultimo decennio, da “Washing machine” in avanti, escludendo le sperimentazioni psichedeliche di “A thousand leaves”. In “Pattern ricognition” partono con chitarre controverse ed inquietanti, creando alla Gordon, che in questo brano canta, un tappeto sonoro altalenante. In “Unmade bed”, invece, omaggiano l’indie-pop-noise, grazie soprattutto a come Shelley suona la batteria, con un chiaro riferimento ai Folk Implosion. “Nurse” è come buona parte dei dischi dei SY piuttosto variopinto ed intrigante, dalle molte ed imprevedibili sfaccettature, ecco quindi, che una quasi ballad dal profumo di Nei Young in “Dripping dream” o le asimmetrie di “Paper cut exit” in cui Thurstton Moore canta in modo imperturbabile con la sua melodia, nonostante gli intrecci noise di chitarre, o ancora lo sdoppiamento di voce della Gordon in “Kim Gordon and the Arthur Doyle hand cream”, dove suoni increspati e quasi compulsivi sostengono la bassista ora in una cantato melodico ed accattivante, ora con aggressività roca.
Autore: Vittorio Lannutti