Ma chi l’ha detto che la musica pop debba necessariamente essere spazzatura da Mtv? Nonostante l’enorme quantità di porcherie che vengono quotidianamente spacciate alle masse, capita ancora di scorgere delle pure gemme pop, soprattutto se chi firma l’album è un musicista leggendario come Dom Mariani, da molti apertamente riconosciuto come uno dei maestri del genere. Per chi si è perso le ‘puntate precedenti’, valgano a mo’ di riassunto i nomi di stupefacenti gruppi garage e power-pop come The Stems (negli anni ’80), Someloves, DM3 (negli anni ‘90) e, in tempi più recenti, Majestic Kelp. Dopo avere speso vent’anni a regalarci canzoni indimenticabili con altre sigle, Dom Mariani ha finalmente deciso di uscire allo scoperto con il primo album a suo nome. “Homespun Blues & Greens” raccoglie undici bozzetti che il musicista di Perth (ma di chiare origini italiane) ha annotato sul proprio songbook nel corso degli anni, aspettando il momento propizio per pubblicarli. Scrivendo canzoni ad effetto immediato, lavorando di cesello, con una produzione raffinata che mette in evidenza ora le melodie cristalline, ora il chitarrismo suadente e all’occorrenza graffiante, Dom Mariani ci consegna un lavoro che si candida, sin dai primi ascolti, ad accompagnarci ogni volta che avremo voglia di ascoltare un disco leggero e al contempo intrigante. Sin dai fiati che primeggiano nell’attacco dell’iniziale “Homespun Blues” s’intuisce la vena melodica e spumeggiante che impregna tutto il disco. A seguire troviamo le malie della romantica “Out Of Reach”, le morbide pennellate di “At Full Speed”, mentre l’antica vena power-pop di Dom è confermata in brani dalla scrittura brillante come “Yuri”, “Priest” (per chi scrive, il miglior brano dell’album) o “Bus Ride”, prima delle conclusive “Chinese Whispers” e “When It Ends”, che mettono in luce sprazzi di melodia sognante, tratto distintivo di questo bell’album “di debutto”.
Autore: Roberto Calabrò