Qualcuno li ha già paragonati agli strepitosi BellRays per la voce soul della cantante Diana Young-Blanchard e per il nervoso impasto garage-blues che trasuda dalle dieci composizioni di “Hard Fixed”, prima prova lunga della nuova formazione capitanata da Dave Crider, boss della Estrus ed ex leader dei Mono Men. In realtà l’approccio sonoro che caratterizza i brani dei DT’s è assai meno ‘sperimentale’ – mi si passi il termine – di quello di Lisa Kekaula e compagni, ma certamente non meno incisivo e passionale.
Prodotto dall’onnipresente Tim Kerr agli Egg Studios di Seattle, “Hard Fixed” è uno di quei dischi ‘minori’ che colpiscono nel segno. Per almeno tre motivi: stile, tiro sonoro e per le canzoni che ne compongono il percorso. Urticanti quanto basta, inondate di organo e supportate da un chitarrismo ora minimale ora graffiante su cui si inarca una voce potente e ricca di soul.
Se l’iniziale “Loaded Gun” ci lascia intendere quello che andremo ad ascoltare nei minuti successivi, l’esplosiva “Proud Man” intrisa di aromi Hammond è già da KO sonico. Più minimale la seguente “The Slide”, mentre la temperatura ricomincia a salire con “Breakdown”. La conclusiva “Chopper” riassume in un unico brano tutte le qualità musicali ed espressive di una formazione di cui certamente sentiremo parlare anche in futuro. Per il momento godiamoci i dieci brani tesi ed energici messi in mostra in questo “Hard Fixed”. Un ottimo debutto, davvero.
Autore: Roberto Calabrò