L’altro giorno mi sono ritrovato a fare la pausa pranzo in un parco. Il punto della mattinata: in quattro ore o poco meno avevo spostato, copiato, rinominato dei file da un computer a un altro. In pratica per quattro ore ho soltanto mosso il maouse di qua e di là, poi niente.
Ho pensato che ci deve pur essere un equilibrio a una vita digitale dove di fa quello che ancora qualcuno non è riuscito a programmare, ma poco ci manca.
Intanto al parco comunicavo con la mia fidanzata con degli sms. Nelle orecchie le cuffie con il cd di Reconfigures nel cdman, che di fatto mi impedivano di ascoltare i rumori della natura attorno a me e le chiacchiere delle ragazze sedute sulla panchina accanto alla mia.
Ho pensato che magari una chiave d’accesso a un equilibrio tra una vita digitale e una analogica poteva essere proprio Reconfigures: non si tratta di semplici remix, non un semplice taglia & incolla di frammenti di una canzone con una base ritmica ballabile. Nei pezzi si sente quanto Scheider Tm si appropri delle canzoni fino a risuonare alcuni strumenti e inserire la propria voce filtrata dal vocoder, in qualche modo va incontro al pezzo e ne restituisce il ricordo che ne ha di questo e per forza di cose lo cambia, lo trasfigura.
I pezzi più interessanti provengono proprio da autori “acustici” come Boss Hogg e Lambshop, non mancano momenti di tranquillità e rumorismo, ma l’ascolto della traccia dei Pulseprogramming è talmente soave e equilibrata che vale un album intero.
Autore: Massimiliano Zambetta