Trenta scarti recuperati ed assemblati per fari uscire un disco in attesa di un nuovo lavoro? Nient’affatto. “Lost dogs” è costituito di trenta perle di cui il quintetto di Seattle ha deciso, finalmente di cacciare dal cassetto per renderle di dominio pubblico. Non sempre i dischi in cui vengono recuperate le out-takes hanno un’importanza pari quasi a quella di un Cd normale, “Lost dogs”, al contrario ha lo stesso valore di “Riot act” o “No code”. I trenta brani che costituiscono questo doppio Cd sono brani esclusi nei 13 anni di carriera dei PJ e alcune canzoni scritte per colonne sonore, come lo struggente blues “Dead man” dell’omonimo film di Tim Robbins, o per il loro fan club per Natale, come la cover di Eddie Cochran “Last kiss”. I due Cd, tuttavia, rappresentano le due anime dei PJ. Nel primo, infatti, sono principalmente presenti con un piglio prevalentemente rock, nel quale sono ancora presenti gli echi giunge (“Alone” scartato da “Ten”) o gli accenni epici (“Education” scartato da “Binaural”). Nel secondo, invece, troviamo essenzialmente le ballate e i brani più placidi e riflessivi, il cui apice è toccato dall’alt country di “Drifting”, un brano che i PJ avrebbero dovuto regalare a Jhonny Cash, a parte il diversivo di “Dirty Frank”, basato su un funky-rap a la Red Hot Chili Peppers. “Lost dogs” dimostra, per chi abbia ancora qualche dubbio che dell’epoca giunge i PJ sono gli unici che hanno dimostrare di saper superare quel genere non rinnegando mai loro stessi.
Autore: Vittorio Lannutti