Emo, straight-edge, melodic hardcore… ma non era la Lookout! il regno incontrastato del pop-punk schietto e maramaldo come piace ai veri amanti del genere?! Un’etichetta non è mai come la si dipinge finchè non ne si ascolta per bene il roster (e chissà quanti altri miti cadrebbero). Un po’ più di eclettismo di quanto ci si attendeva, quindi, per una label che resta comunque tra le più coerenti e di qualità del vasto panorama indie-rock, che con questo “episode 3” del suo palinsesto celebra, e scusate se è poco, 15 anni di onorata attività. Applausi.
C’è altro, accennavamo, rispetto ai paladini della label (e, al contempo, di quella che ritenevamo la sua unica “bandiera”), vale a dire Mr. T Experience, Queers e Smugglers. Per loro ricicliamo parole già spese in passato, giacchè poco c’è da aggiungere sul loro conto vista l’inesorabile – ma “per definizione” – immutabilità stilistica: pop-punk campione di melodia e cazzonaggine (ma niente a che vedere col melodic-core di “altri” cugini californiani più premiati dalla cassa). Come pretendere un cambiamento da quelle che sono ormai istituzioni, nate e cresciute per restare così-come-sono?!
Discorso analogo – quanto a stile, laddove sulla personale storia, per chiari motivi di minor fama accumulata, le informazioni latitano – può farsi per Washdown, Oranges Band, Ben Weasel (metà dei disciolti Screeching Weasel), Communique e Pattern. Altro paladino, che merita un discorso a parte, è l’immenso Ted Leo, capace di sbancare in un’etichetta punk-e-basta con il suo mod atipico, ricco di influenze indie non duìirettamente imparentate col punk.
Le “novità” arrivano non tanto dal punk duro e vagamente “incazzato” degli Enemies e delle Bratmobile (in cui spiccano un’insolente voce femminile e dei bei chitarroni), né forse dal punk-emo di One Time Angels e American Steel, quanto dal melodic-core (già oggetto di biasimo) di Yesterday’s Kids e Moral Crux (ma non era meglio tenerli ben su certi steccati?), dall’emo-HC dei Cost, fino allo straight-edge dei Complete Disorder (‘We Must Do Something Now’, in perfetta estetica Minor Threat), incredibile da trovare qui tanto per “anacronismo” quanto per la vicinanza con band dall’estetica decisamente diversa e generalmente tenuta ben distinta da falsi affini quali, appunto, hardcore e derivati. Lunga vita alla Lookout!, e, ben prima di un “episode 4”, a risentirci alla prossima uscita.
Autore: Bob Villani