Che fossero bravi, ormai se n’erano accorti un po’ tutti. Che avessero talento da vendere e originalità a profusione, nemmeno era più un mistero. Quello che sorprende nel nuovo lavoro dei Fuck, interamente registrato ad Ancona da Matteo Agostinelli degli Yuppie Flu ed in uscita adesso per l’italianissima Homesleep, è la maturità che hanno raggiunto nel rivoltare la loro musica per darne una versione che, per quanto più pop, più curata, sgrossata dell’accento forse un po’ goffo dei lavori immediatamente precedenti, sorprende per l’eclettismo e rimane comunque un bellissimo esempio di lo-fi post-pavement.
È sufficiente un solo ascolto del loro disco per affezionarsi a questo zigzagare tra gli stili, dal tono deciso e quasi garage di pezzi come “hide out”, dal sapore britpoppeggiante come “Table”, alla canzone d’amore “a modo loro” (“How to say”), al folk un po’ traballante, all’indierock “serio”, e ricordarsi che l’obliquità è alla base della loro etica/musica, che il suono sgangherato (ma ormai non troppo) è bello e può essere, forse, più sincero, che la casualità non è per forza un difetto, ma che, anzi, opportunamente levigata, può essere il punto d’inizio per un percorso sonoro rilassante, saltellante e spiritoso.
Autore: Serena Leone