Non capita spesso di imbattersi in musica che si proponga tanto come cerebrale che come, assolutamente, carnale. Eppure questo è proprio ciò che i Pretty Girls Make Graves hanno deciso di realizzare su questo loro debut full-length. Immaginate di venir picchiati, in un attimo della vostra vita, da una ragazza, prima che lei vi strappi la maglietta e vi baci sulla vostra bocca insanguinata, tutto con una perfetta colonna sonora di oscuro materiale degli Smiths (non era forse ‘PGMG’ un loro brano??). Credo sia senz’altro questo il modo migliore di descrivere il sound di questa band di Seattle su siffatto disco.
Dopo alcun 7″, 12″, EP sparpagliati tra Dim Mak, Sub Pop e Lookout! (tra la crema dell’underground “etichettografico” a stelle strisce), eccoli finalmente sulla “quasi” major Matador. La forza dei Pretty Girls Make Graves risiede non solo nella consistente e affiatata musicalità tra i componenti (“musicianship” direbbero sinteticamente gli anglosassoni), ma anche nel paziente e immaginifico lavoro attraverso cui plasmano le canzoni. L’opening track ‘Something Bigger, Something Brighter’ ne è un esempio perfetto: drumming confidente e minimalista, quasi celestiale, nonostante le vocals alquanto “instabili” manifestino un certo nervosismo, finchè le canzoni esplodono in imponenti riff chitarristici. Forse una delle migliori opening track di ogni album ascoltato quest’anno.
Da qui il disco procede finanche meglio, con highlights segnalati in corrispondenza di ‘All Medicated Geniuses’ (un complesso incastro di chitarre) e di ‘A Certain Cemetary’ (una fantastica chiusura). I Pretty Girls Make Graves evitano abilmente la facile trappola della banale ironia per mascherare tutte le possibili forme di insicurezza. Nossignore, i testi sprizzano onestà ma mai auto-indulgenza. Un album indubbiamente eccellente, ma resta – a loro vanto, direi – la sensazione che la band non utilizzi a pieno tutto il suo motore, e abbia ancora una marcia in più da innestare. Da tenere d’occhio, loro come pochi altri.
Autore: Daniel Westerlund