regia di Hanno Höfer, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru, Razvan Marculescu
Divertente, dissacrante e assolutamente imperdibile, “I racconti dell’età dell’oro” è uno di quei piccoli gioielli che inaspettatamente approda nelle sale italiane.
Certo, se qualcuno in Italia è riuscito a vederlo nonostante la scarsa distribuzione, c’entra molto il fatto che il rumeno Cristian Mungiu – consacrato a Cannes nel 2007 con la Palma d’Oro per il suo incredibile ” 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni” come uno dei più interessanti autori del cinema europeo attuale – firmi questo piccolo capolavoro insieme ad un folto gruppo di cineasti conterranei da Iona Uricaru a Hanno Hofer a Razyan Marculescu e Constantin Popescu.
Ispirato alla maniera della commedia italiana e in particolare a Dino Risi e a Mario Monicelli, “L’età dell’oro” racconta degli ultimi 15 anni della dittatura di Ceausescu, anni terribili, definiti dorati dalla propaganda di regime.
4 episodi (5 quelli proposti a Cannes e 6 in Romania ma a Mungiu pare piaccia giocare parecchio con i numeri) che riprendono altrettante leggende metropolitane allo scopo di raccontare in maniera surreale e a tratti grottesca la vita quotidiana del popolo rumeno tra visite ufficiali, penuria di cibo e arte di arrangiarsi.
Il tutto delineato in maniera fresca e godibilissima, mai superficiale e anzi in grado di fornire un’idea forte e significativa della vita all’ombra del regime.
Ciò che è messo al bando da Mungiu &co non è soltanto la figura e l’opera di Ceausescu – filo conduttore dei racconti eppure presenza fantasmagorica, essenziale al racconto ma non preponderante – ma la popolazione rumena dell’epoca, ottusa di fronte ai dettami del regime.Un esempio su tutti, il primo episodio, quello della leggenda della visita ufficiale dove si assiste agli incredibili sforzi dei cittadini del piccolo villaggio di Vizuresti per tirare a lucido il paese e preparare un’accoglienza ineccepibile (con tanto di piccioni colorati da colombi, pecore, bandiere e costumi tipici) in previsione dell’arrivo di alcuni funzionari politici che non si presenteranno mai.
L’episodio finisce su una giostra, dove all’ordine di “salgano tutti”, fatto da un funzionario venuto a seguire la preparazione della visita, i poveri astanti saranno costretti a girare infinitamente sulla macchina, fino alla fine del carburante visto che anche il manovratore, da persona ubbidiente, è sulla giostra insieme a loro.
Altra chicca, la leggenda del fotografo di partito, dove si racconta di un’intera partita di Scinteia, il giornale del PCR, bloccato a causa di un errore di ritocco. Ceausescu è senza cappello di fronte al presidente francese Giscard d’ Estaing (un atto che avrebbe potuto sembrare di ossequio rispetto al mondo occidentale e capitalista) e cosa ancora più tragica, al confronto appare terribilmente più basso… Cosa fare allora? Aggiungergli un bel cappello in testa. Peccato però che aveva già il suo in mano…
Distribuito dalla Archibald Enterprise Film, le musiche sono di Hanno Hofer e Laco Jimi.
Autore: Michela Aprea