Woody Allen, in fondo, voleva visitare meglio la Catalogna e fa bingo trovando un produttore che gli permette di fare un film anche lì. Quest’uomo, Woody, respira cinema. Può spedire ispirate missive o un semplice sms, sarà sempre tutto un rifiorir di potenziali sceneggiature. Altrimenti non si spiegherebbe la sua prolificità travolgente. A meno di 5 mesi da “Cassandra’s dream” esce in sala “Vicky Cristina Barcelona” (bel titolo, che i distributori italiani non hanno toccato, finalmente) e, contemporaneamente, come spesso è accaduto, un altro lavoro girato a New York è in postproduzione, “Whatever works”. Una specie di paradosso di Zenone: non riusciremo mai a raggiungere Allen, sarà sempre almeno un film più avanti.
“Vicky Crisitna” è un film di mezzo? Che non toglie e non mette? Non lo so. Leggero è leggero. Si tira un po’ il fiato dopo la suspance hitchcockiana dell’ultima trilogia londinese. Ma si sorseggia amabile. Non ci sono susulti sconvolgenti ma neanche si sbadiglia. Appunto, amabile.
Due turiste americane – Vicky e Cristina – nella luce di una Barcellona miracolosa, sospesa, si fondono allo spirito del luogo, antropomorfizzato da Javier mascellone Bardem. Bardem – parentesi – è il nuovo Mastroianni: lo vogliono tutti. Milos Forman, Almodovar, Cohen… e Allen.
Al contrario degli ultimi lavori in cui la passione amorosa è strumento per altri fini (il destino, la hybris, la fortuna ecc.) in “Vicky Cristina” il regista discetta sull’amore, e soltanto su questo. Sulle possibili combinazioni. Ecco il Tradimento (Rebecca Hall-Vicky si concede l’addio al nubilato con Juan Antonio impersonato da Bardem); seguono il Mi piacerebbe ma non posso (la stessa Vicky che dopo la scappatella deve sposarsi ma giacerebbe volentieri con Juan Antonio); il Voglio ma so bene che la passione è uccel di bosco (Scarlett Johansson-Cristina con Juan Antonio); poi c’è lo Scaldasonno (relazione riscaldata dalla tranquillità borghese tra Vicky e il marito) e poi il più sanguinolento di tutti, l’Amore per sempre, che spumeggia tra Penelope Cruz-Maria Elena e Juan Antonio.
L’enciclopedia di sentimenti fatta di bei piani americani e montaggio liquido. Woody sa che l’uomo è fecondador, inovula la passione, ma è la donna che, ingravidata di malvasia, la gestisce e la fa germogliare. Poi spuntano le pistole. Infine c’è Barcellona, che il direttore della fotografia rende dorata, di una bellezza addirittura arrogante.
Ps. Date, fortissimamente date, una nomination all’Oscar a Penelope.
Autore: Alessandro Chetta