Non sarà l’opera summa di Scorsese ma nessuno potrà negare che dopo “Quei bravi ragazzi” e “Casinò”, “The Departed” è senz’altro qualificabile tra i migliori film polizieschi del momento.
Non si tratta dei soliti intrighi di mafia, né della solita trama. Questa volta l’azione pura lascia spazio ad un gioco di ruolo ambientato a Boston, in grado di fornire attraverso l’accurata descrizione dei profili psicologici dei personaggi, una visione reale ed obbiettiva del bene e del male. Leonardo Di Caprio, figura ormai ricorrente nelle pellicole del cineasta da quasi cinque anni e Matt Damon, sono due poliziotti le cui vite sono destinate ad intrecciarsi. Billy Costigan, un Leo particolarmente in forma, è un infiltrato del corpo di polizia di Boston con il compito di sorvegliare Costello, il boss interpretato in modo ineccepibile da Jack Nicolson, che dimostra per l’ennesima volta di essere un esperto conoscitore dell’anima criminale. Colin Sullivan (Matt), impersona invece l’agente corrotto, all’apice della carriera e fedele al suo mentore, Costello. Attorno a queste due figure di febbrile intensità, unite sia dal lavoro che dall’amore per una bella psicologa, si consuma tutta la vicenda, una fitta maglia che dall’imbastitura iniziale prende gradualmente forma.
Lo sfondo di violenza ed odio, da faida paramafiosa, che inevitabilmente regala allo spettatore 150 minuti di suspance, non offusca però il disegno iniziale immaginato dal regista. Ispirandosi al successo asiatico Infernal Affaire, Scorsese non ha voluto riproporre unicamente un thriller mozzafiato, ma si è soffermato sull’ironia della vita che infine costringerà i due attori ad indagare su se stessi: sia praticamente come parte del proprio incarico, sia nel privato, come crisi di coscienza.
Autore: Valentina Barretta