Woody Allen ritorna sullo schermo e riempie i vuoti di una storia deboluccia grazie al Woody-stereotipo, dolce e ficcante, che tutti conosciamo. Vuoti che, sia chiaro, il satiro newyorchese è sempre capace di colmare bene. Ma la leggerezza del film fa sì che “Scoop” rientri di corsa nella categoria di lavori che prendono presto il volo dalla memoria: qualcuno (chi scrive) potrebbe definirlo film di intrattenimento, un’oretta spensierata e via, niente annotazioni a margine.
La vicenda ruota intorno ad un presunto scoop spifferato dall’aldilà da un famoso giornalista trapassato ad una stagista americana bambolina (Scarlett Johansson senza unghie ma brava) che fa esperienza a Londra. Allen le fa da sparring partner interpretando un mago ciarlatano, nel senso che ciarla e balbetta a più non posso, tanto che stavolta Oreste Lionello, il fedelissimo doppiatore italiano dell’attore, avrà fatto fatica a stargli dietro. Non tutte le battute sono al fulmicotone come un tempo (ricordate “Harry a Pezzi”, “La dea dell’amore”?). Ne isoliamo una delle poche: “La mia religione? Mah…in origine di confessione ebraica poi mi sono convertito al narcisismo”. Nel caso del super-prolifico Allen, il confronto tra il lungometraggio appena visto e quello immediatamente precedente è regola fissa. In questo caso “Scoop” versus “Match Point” (entrambi londinesi), uscito ad inizio 2006. Da un motivo tragico ma di buon ricamo di sceneggiatura e l’acribia spesa sulla suspance hitchcockiana, il regista torna al tono da commedia e alla storia con battistrada lineare e brevi, ininfluenti, digressioni, mutuando però dal precedente film alcuni spunti importanti nella trama (l’assassinio che nasce da un ricatto e il tema della morte). Dunque: mentre “Match Point” pone a terra una pietra miliare per una certa parte della carriera di mister Zelig – quella over 70 (anni) – al contrario “Scoop” rappresenta il classico prodotto “giuntura” come ce n’è tanti nel curriculum del cineasta americano, ossia una pellicola girata “nel frattempo” che esca qualche ottima idea.
Autore: Sandro Chetta