L’acchiappafantasmi è tornato. Immobile, impassibile, casanova stanco che riposa sul suo divano, mollato dall’ennesima donna ma imperturbabile, sfinito, di poche parole.
Nella sua villa l’unico angolo vissuto è l’ingresso. Tra le lettere che cadono sul pavimento ce n’è una dalla busta rosa, che nasconde il più fitto dei misteri per il suo vicino/amico Wiston.
Quest’ultimo, senza troppa resistenza, coinvolge l’amico a cercare di chiarire il dubbio racchiuso in quelle poche righe rosse anonime.
Fatto di pause, di sguardi, di fiori rosa e di bellissime donne: Jarmush ci racconta del viaggio di un uomo alla ricerca della madre di suo figlio ormai quasi ventenne.Un viaggio a tempo scaduto, fatto di ricordi e dalla necessità di dare un senso ad occasioni perdute.
Dan dallo sguardo sornione, pigro, solitario, forse ferito dalla vita stessa più che dalle sue amanti.
Ogni donna porta con sé qualche segno, qualche piccolo indizio. Tutte maltrattano i fiori portati dal loro ex ma non hanno niente di così evidente da potergli sbrogliare l’enigma.
Tornare a casa, sedersi sul divano, raccogliere i pezzi di un viaggio/non-viaggio nella speranza che si sia tratto di un errore.
Murray sempre più inerte, muto, solo e abbandonato “perso in una traduzione”. Un grande film sulla delusione, racconto di immaturità, di tenerezza e dell’incomunicabilità tra i sessi.
Magnifico cast: Sharon Stone, Jessica Lange, Frances Conroy, Tilda Swinton.
Jim lavora sulle allusioni e sul non detto.Trama minimalista, descrittiva dai colori tenui quasi da farlo diventare un film in bianco e nero. L’unico elemento che riscalda le immagini è la colonna sonora, tiepida e malinconica.
Il film è dunque l’ennesima ricerca della propria identità in un momento di crisi, come in tutte le opere di Jarmush, si addentra nella casualità che ha sempre qualcosa di magico, di sognante volto superficiale di qualcosa di più profondo.
Autore: Chiara G.