Mettere le storie al centro delle canzoni e narrarle con uno stile che inchiodi, anche con gusto caricato e melodrammatico, l’attenzione e la sensibilità dell’ascoltatore come difronte ad una favola dai riferimenti sociali o sentimentali, facendo ricorso ad un tono struggente o sdegnato a seconda di cosa si canti, è tipico del cantastorie dei tempi andati o della più moderna figura del cantautore rock impegnato d’impostazione springsteeniana, che impugna la chitarra come se dovesse usarla per combattere solitudini ed ingiustizie e portare consolazione alle miserie umane, e Franc Cinelli si propone proprio su questa scia decisamente classica ma anche fuori dal tempo, narrando in chiave epica il mito della grande provincia americana, lui nato in Italia ma cresciuto in Gran Bretagna soprattutto, ma anche negli Stati Uniti.
Nelle 10 canzoni di questo suo quarto disco il musicista presenta la consueta formula fatta di leggerezza ed intensità tra Ry Cooder e Bruce Springsteen senza alcuna novità di contenuto o di forma ma anzi facendosi forte di uno stile ampiamente collaudato dai suoi riferimenti; eppure la sua chitarra acustica e la buona voce riesce in qualche episodio ad andare a segno con bozzetti discreti che gli stanno fruttando un certo successo in Gran Bretagna, frutto anche di una certa coerenza del personaggio, poiché al suo rock semiacustico abbina un’immagine umile, reale e schietta: anche questo nello stile Springsteen.
Il singolo ‘A Shot of Life‘ piuttosto movimentato e fresco tipo Tom Petty & the Heartbreakers, conquista inizialmente l’attenzione ma si rivela per nulla rappresentativo del disco, ed alla lunga si scopre che le cose interessanti di I Have not yet Begun to Fight sono nascoste tra le pieghe, nei dettagli meno massimalisti, e sono l’intimismo folk solitario in fingerstyle delle belle ‘I’m your Man‘ e ‘Fat Charlie Sings the Blues‘, poi ‘The Impossible Breaks Free‘, brano ancora una volta tradizionalista, un rock blues che cita gli arrangiamenti tutto hammond e chitarra elettrica del Bob Dylan recente, mentre ‘Passerà‘ è la prima canzone di Cinelli scritta in lingua italiana, per la verità così così.
In ‘Julius Plays his Winning Ace‘ il tentativo di sganciarsi finalmente dal prudente rock blues, ed ecco dunque strumenti a fiato soul, atmosfera più dilatata e psichedelica, metre nel resto dell’album nient’altro di rilevante, per la verità, in un lavoro complessivamente carino ma senza zampate vincenti.
Va detto che ad eccezione dei fiati e del contrabbasso, è Franc Cinelli stesso a suonare tutti gli strumenti nell’album.
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autore: Fausto Turi